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Il lungo sodalizio di Giuliano Franchini con Vado

La storia di un ‘faro’ dell’impegno sociale e inoltre di un apprezzato rabdomante

di Roberto Brusori

Tanti i riconoscimenti che negli anni ha collezionato Giuliano Franchini, per la sua intensa attività di volontariato nella Pubblica Assistenza, ma il  riconoscimento che più lo gratifica e che ha ricevuto  a sua insaputa, è stato quello  di “Cavaliere della Repubblica Italiana”.

Giuliano è nato nel  1937,  a Poggio Renatico (Ferrara) in una famiglia numerosa : cinque fratelli, tre femmine e due maschi.

La sua famiglia, per abbandonare l’area alluvionale dove risiedeva,  si trasferì negli anni ‘50  a Monzuno, prima nella frazione Brento, poi stabilmente a Vado. Per aiutare la famiglia a uscire dalla miseria di quegli anni, già da ragazzo si impegnò come garzone in una ferramenta a Bologna. Raggiungeva il posto di lavoro  con la bicicletta e affrontava il lungo tragitto per raggiungere la città anche con il freddo, la pioggia e la neve. Cresciuto si impegnò come camionista  con una impresa edile di Vado. Qui trovò interesse   per il cemento e il gesso e iniziò a realizzare  balaustre per terrazze e davanzali. Quindi incontrò l’amore corrisposto per Angela Stanzani che sposò  e il loro  matrimonio si concretizzò con la nascita di tre  figli, due maschi e una femmina. Angela oltre che una brava casalinga era una apprezzata sarta e trasferì la sua capacità alla figlia Flavia che ha raccolto con riconoscenza il testimone della madre . Il matrimonio fra Giuliano e Angela si è rivelato un esempio di solidità e di unione duratura. Solo la scomparsa di Angela, avvenuta alcuni anni fa,  li divise. Oltre alla gestione della sartoria su commissione crearono  i  costumi per i balletti e gli spettacoli che la Pubblica Assistenza organizzava in piazza a Vado e sono tuttora per l’associazione una preziosa eredità. Tornando poi all’intreccio socio lavorativo che ha caratterizzato la presenza di Giuliano, da rimarcare la sua collaborazione con le varie società sportive che alla fine degli anni ’60 stavano nascendo, da cui nacque il suo amore per le due ruote. Partecipò a raduni e a  gare amatoriali collezionando trofei  e coppe. Quando a Vado si organizzavano eventi sia sportivi sia culturali, Giuliano era sempre presente e attivo.  

In campo professionale per lui la  svolta venne  con l’assunzione nel  colosso edile  Grandi Lavori che aveva  sede a Pontecchio Marconi,  poi alla Pavirani .  Nella prima e nella seconda ditta assunse il ruolo di  capocantiere ponendosi alla guida di un considerevole  numero di operatori, fra  carpentieri e muratori. Nel 1981 fu tra i fondatori della Pubblica Assistenza di Vado e vice presidente fino al 1995.  Con la scomparsa dell’ allora presidente Loris Giorgi, ricoprì la carica di presidente nei  consigli che si susseguirono fino  al 2019. Poi il grande sogno suo e dei volontari della Pubblica Assistenza di avere una sede propria dell’Associazione, si concretizzò nel 1999 quando un nuovo edificio grande e spazioso accolse tutte le attrezzature, i mezzi  e i sussidi necessari all’attività di soccorso e consentì una efficiente e produttiva organizzazione dei volontari. Giuliano e i volontari parteciparono attivamente ai lavori da quando iniziarono, nel 1995, a quando terminarono nel 1999.

Giuliano si scoprì persino dotato di una capacità singolare e molto importante: quella di “rabdomante”. 

Fu per caso che apprese l’arte, quando incontrò al Parco Monte Sole  un signore che con una bacchetta di rame  cercava di individuare  una vena di acqua lungo un sentiero. Fu costui a trasmettergli l’arte che trovò terreno fertile poiché il DNA di Giuliano era già predisposto. Alcuni giorni dopo  aver incontrato il suo mentore, Giuliano volle provare l’arte dal rabdomante lungo un sentiero con un ‘bacchetto’ di vimini e con grande stupore, camminando, vide che la bacchetta tra le sue dita cominciava a vibrare azionata dall’acqua in movimento nella vena sotterranea.  Mi fa piacere ricordare un piccolo aneddoto: rientrando da una emergenza o da un servizio, dopo aver fermato il mezzo vicino alla strada, con il telefono di servizio o un mazzo di chiavi sondava il terreno per individuare il passaggio sotterraneo di  acqua o una presenza ferrosa nascosta. Il suo legame con il territorio prendeva forma anche con la delicata ricerca di tartufi che attuava con il suo fedele compagno a quattro zampe. Nelle sue uscite nel bosco alla ricerca del prezioso tubero si imbatteva in sorgenti che per incuria o smottamenti vari si erano disperse e che grazie alla sua dote di rabdomante sapeva riorganizzare in un unico zampillo e ridare così funzionalità alla fontana.

In diverse occasioni si è imbattuto anche in ordigni e materiali militari pericolosi, residuati dell’ultima guerra, che poi ha segnalato ai Carabinieri. 

Tante sono le fontane che grazie a lui hanno ripreso a zampillare, fra queste quella di San Mamante a Monte Sole,  quelle sulla  provinciale che da Rioveggio porta a San Benedetto Val di Sambro. Con lui hanno lavorato in questa impresa di recupero eccellenti muratori e artisti del sasso, le cui opere sono da ammirare. Nel 2017, grazie alla attenzione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco di Monzuno,  Marco Mastacchi, la Pubblica, presieduta da Giuliano, portò un concreto aiuto alle popolazioni devastate dal terremoto nelle Marche e nell’ Abruzzo fornendo generi di prima necessità e  principalmente  foraggio per il  bestiame che rischiava il denutrimento per il crollo di stalle e fienili. Gli aiuti furono offerti dagli  agricoltori e dagli imprenditori di Monzuno e dei comuni limitrofi. Gli aiuti furono portati agli  allevatori di Visso e delle aree vicine. Le conseguenze del terremoto richiesero di rifornire le popolazioni di acqua potabile  con autobotti. Giuliano per la sua capacità di rabdomante  fu invitato a ricercare nuove fonti d’acqua in quelle zone martoriate. Accompagnato dai tecnici e dagli  addetti a alla gestione degli acquedotti della zona Giuliano con il suo ‘bacchetto’ di vimini tra lo stupore e incredulità dei presenti individuò la presenza di  vene di acqua in profondità.

Su queste indicazioni si iniziarono gli  scavi alla ricerca del ‘tesoro potabile ’ e dopo poco tempo arrivò la telefonata degli operatori che annunciava al sindaco Mastacchi  con molta riconoscenza e un po’ di stupore,  che l’acqua era stata trovata proprio dove Giuliano aveva indicato. Furono poi fatti gli allacciamenti opportuni e oggi andando nelle aziende di Visso si può constatare che esse dispongono tutte di acqua potabile. Giuliano non si teneva dall’ emozione quando, nell’ agosto 2018, fu inaugurata la fontana nella azienda caseificio “Il Pastorello di Cupi”, e lui fu l’ospite d’onore festeggiato con il massimo degli onori. Alla grande cerimonia erano presenti sindaci della zona, Marco Mastacchi e con grande sorpresa Giulio Rapetti in arte Mogol. 

Una targa nel caseificio ricorda l’aiuto generoso e risolutivo del comune di Monzuno e di Giuliano Franchini.

La sua importantissima partecipazione all’associazione della Pubblica Assistenza gli ha fruttato tanti riconoscimenti collezionati in tanti anni, sia assegnati dai volontari sia dai beneficiari, ma il  riconoscimento che più lo gratifica e che ha ricevuto  a sua insaputa, è stato quello  di “Cavaliere della Repubblica Italiana”.

Lo si deve a Massimo Tagliati cittadino di Brento e volontario  che dopo aver  bussato inutilmente a tante porte delle istituzioni, trovò chi lo ascoltò e  condivise l’opportunità del riconoscimento a Giuliano e nel 2018,  in   una grande cerimonia in Prefettura a Bologna , è avvenuta la consegna della medaglia e della  pergamena firmata dal Presidente della Repubblica a Giuliano con la motivazione ‘Per i grandi servigi dati alla collettività’. Ancora oggi Giuliano ne e’ orgoglioso. Dal 2019 con una grande festa in Pubblica è stato nominato  Presidente Onorario dell’Associazione che lo ha visto protagonista per decenni. Ora incontrandolo a Vado e chiedendogli dove sta andando, risponde: “ In Pubblica a trovare i miei ragazzi”. Sì,  perché per lui tutti i volontari e dipendenti  in Pubblica Assistenza sono i suoi ragazzi anche i meno giovani. E se incontrate Giuliano lungo un sentiero o verso Monte Sole  con un ciondolo, un  mazzo di chiavi tra le mani, accompagnato da una  ‘zanetta’, data l’ età, non allarmatevi, non ha perso la strada di casa , sta cercando una nuova sorgente.